Gli esperti parlano di bomba climatica, conseguenza dell’estremo inquinamento in Italia, in particolare nella Pianura Padana, zona rossa d’Europa.
È considerata la zona rossa d’Europa, dato che è una delle tre aree maggiormente inquinate di tutto il continente, non solo per via dell’elevata quantità di fabbriche e di allevamenti intensivi presenti, ma anche per via delle caratteristiche morfologiche. Circondata dalle montagne, la Pianura Padana non ha ricambio d’aria, e così gli agenti inquinanti restano confinati.
I livelli di inquinamento che si sono raggiunti in queste ultime settimane sono davvero allarmanti, complice anche l’assenza di piogge e di neve, il che rende tutto ancora più complicato. I cambiamenti climatici stanno stravolgendo il mondo, e in questa area pesano maggiormente. I limiti imposti dall’OMS sono continuamente superati, e così gli esperti lanciano l’allarme.
In questa ampia area geografica sono presenti elevate concentrazioni di particolato, come il PM2,5 e il PM10, sostanze molto pericolose per la salute, i cui limiti ormai sono infranti quotidianamente. In questo inizio di 2024, si sono registrati limiti altissimi, e ciò non va affatto bene, tanto da preoccupare tutti quanti. Addirittura, gli scienziati parlano di bomba climatica.
Ciò è determinato dall’attività antropica, quindi inquinamento delle fabbriche, smog generato dal traffico, i riscaldamenti domestici nelle aree molto popolose, gli allevamenti di bestiame, ma c’è altro. Per la sua particolare morfologia, infatti, si verifica un fenomeno conosciuto come inversione termica. A causa anche della prolungata siccità, questo impedisce il ricircolo dell’aria e quindi la dispersione degli inquinanti.
In tal caso, l’aria resta imprigionata in questa conca. Se l’aria è più calda e leggera vicino alla superficie terrestre, a causa del calore che il nostro pianeta rilascia dal suolo e che viene assorbito dai raggi solari, in alto la situazione è l’opposta. Dunque, l’aria calda tende a salire e quella fredda a scendere, garantendo un continuo ricircolo.
Va da sé che gli inquinanti presenti nelle città si alzino in cielo per poi disperdersi, ripulendo l’aria che respiriamo. Questo movimento naturale e fisico, però, nella Pianura Padana viene compromesso, ed è per questo motivo che si parla in inversione termica, ossia quando l’aria fredda e pesante resta bloccata vicino alla superficie terrestre e non riesce a risalire.
Le sostanze inquinanti restano intrappolate e non fanno altro che accumularsi di giorno in giorno. E non c’è neanche troppo vento capace di spazzarle via. A tutto ciò, inoltre, dobbiamo aggiungere l’inquinamento dell’acqua, sempre concentrato nel nord Italia, con l’elevatissima concentrazione di PFAS nelle reti idriche e nei bacini d’acqua. Una situazione che non deve essere sottovalutata.
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