Due bambini morti a distanza di poche ore perché hanno avuto accesso ad armi cariche: gli Usa continuano a far discutere il mondo intero
È divenuto tragicamente comune: quando qualche notizia di cronaca riguarda gli Usa, le armi finiscono per essere quasi sempre le drammatiche protagoniste. Non solo sparatorie nelle scuole, nei centri commerciali e nei luoghi di lavoro, ma anche morti accidentali tra le mura domestiche. Quante volte abbiamo sentito storie dall’oltreoceano di familiari (genitori, parenti o addirittura bambini) inavvertitamente colpiti da un proiettile sparato dall’arma tenuta in casa? Fin troppo spesso.
Ecco che oggi arrivano altre due storie simili, due tragedie legate a doppio filo con la detenzione fin troppo facile di armi lasciate a portata di bambini. Ecco cosa è accaduto.
Stati Uniti, due bambini sparano e uccidono i familiari: le armi ancora una volta sotto i riflettori
Due morti solo oggi. La prima riguarda un bambino di 2 anni dell’Ohio che, trovata per casa una pistola carica, ha accidentalmente sparato alla schiena della madre, incinta di 8 mesi. La donna, prima di morire esangue, ha chiamato il 911 spiegando: “Di essere incinta e che suo figlio di 2 anni le aveva accidentalmente sparato alla schiena con una pistola“, come raccontato dal sovrintendente David Smith all’ABC News 5 Cleveland. Nonostante gli aiuti siano arrivati tempestivamente, non c’è stato niente da fare né per la donna né per il bambino che portava in grembo. La vittima 31enne ha avuto il tempo di spiegare ai soccorritori che il bambino era riuscito a sgattaiolare nella camera dei genitori, generalmente chiusa a chiave, mentre lei era occupata con le faccende domestiche. Ha così trovato la pistola con cui ha sparato il colpo.
Non era l’unica arma a disposizione: la polizia ha trovato in casa anche una pistola da 9 mm sul comodino e altre due armi da fuoco cariche, tutte del marito. Una storia simile arriva dal Kentucky, dove un bambino di 5 anni è stato ucciso dal fratellino di 7. Le autorità stano indagando e non è ancora chiaro come il bambino più grande abbia avuto accesso all’arma carica. Anche in questo caso i soccorsi sono arrivati rapidamente, ma per la piccola vittima non c’è stato nulla da fare.
L’agente della polizia statale Justin Kearney ha lasciato una dichiarazione ai media statunitensi in cui si sfoga: “È una tragedia ogni volta che succede qualcosa del genere. Non ci sono parole per descrivere ciò che sta attraversando questa famiglia. È un evento che ci ricorda l’importanza di assicurarsi che le armi siano in un posto sicuro e fuori dalla portata dei bambini“.
Una tragedia via l’altra, ma niente cambia
Queste due orribili storie sono solo le ultime di una lunghissima serie. Solo a giugno una bambina di 4 anni è stata colpita accidentalmente e uccisa da un altro bambino in Illinois. Nei giorni successivi un bambino di 6 anni ha sparato due volte al fratellino a Detroit. Un altro bambino di 3 anni è morto dopo essersi sparato accidentalmente in Tennessee. Una sequela di tragedie ampiamente evitabili, se solo il problema delle armi in Usa venisse trattato con la giusta urgenza, senza pressioni politiche di convenienza e facendo una corretta campagna di informazione. Chi sta al potere, però, sembra non volerci sentire da quell’orecchio.
Così, in un Paese con 400 milioni di armi da fuoco per circa 330 milioni di abitanti, dove il 40% delle famiglie possiede armi da fuoco e in cui meno della metà le custodisce in modo sicuro, come i dati rilevati da uno studio della Johns Hopkins University svelano, la tragedia è a portata di mano. Solo quest’anno, negli Stati Uniti, ci sono state più di 150 sparatorie involontarie da parte di bambini che hanno provocato almeno 58 morti e 101 feriti. È davvero ora di farsi qualche domanda.