Nonostante l’inflazione continui a galoppare colpendo praticamente tutti i settori, e costringendo molte famiglie a serrare la cinghia a fine mese per far tornare i conti, in diversi supermercati di Roma è arrivata una nuova, quanto amara, novità: la ‘frigo tax’.Questo purtroppo è l’ultimo rincaro appena arrivato che colpisce il carrello della spesa: ma di cosa si tratta?
Questa, semplicemente, è una somma che viene aggiunta alle bevande che sono conservate nei frigoriferi dei supermercati e quindi già vendute fredde. La riprova sono gli stessi scontrini, che nel conto riportano ‘l’aggiunta frigo’, pari a 20 centesimi di euro in più rispetto al prezzo riportato sullo scaffale. La stessa bibita, quindi, se presa a pochi centimetri dal frigorifero costerà meno: una cosa che, però, non è andata giù a molti clienti.
La risposta dei gestori
La colpa di questo ulteriore aumento dei costi? I rincari delle bollette energetiche. Tuttavia, va detto che è da tempo che questi tipi di prodotto – le varie bibite fresche come birre, succhi e thé – hanno visto lievitare i loro costi se posti dentro i vari frigoriferi che si possono trovare nei supermercati e negli ipermercati delle nostre città.
A riportare su carta questi rincari è lo stesso Corriere della Sera, che in un Conad in via Archimede ha scoperto che se un’aranciata a temperatura ambiente è venduta a 51 centesimi, alla cassa viene prezzata a 71 centesimi. “I costi dell’energia che sono saliti, mica possiamo rimetterci”, si è poi difeso un addetto della struttura. La colpa? L’inflazione e la guerra in Ucraina, anche se – nel secondo caso – la situazione va avanti da più di un anno.
Bibite fresche in rialzo, che succede
Come dicevamo già sopra, le bibite già fresche – quindi conservate nelle celle frigorifere – costano da sempre un po’ di più rispetto a quelle che vengono conservate sugli scaffali. Il motivo è molto semplice: conservarle a quella temperatura è un costo in più per chi le vende. Nel caso specifico di Roma, però, a far discutere è stata proprio quella ‘frigo tax’, una voce specificatamente aggiunta allo scontrino, che non ha precedenti né, verrebbe da dire, un valore legale. Inoltre, vale la pena aggiungere, non c’è nessuna tabella di riferimento per quantificare e calcolare i sovrapprezzi. Quindi, chi ha deciso i rincari? In base a cosa? Per quanto tempo? La polemica è servita.
Vale la pena ricordare che la crisi economica che sta interessando il nostro Paese ha colpito anche il resto dell’Europa: non è raro, infatti, sentire che anche negli altri Stati le bollette sono sempre più salate, con un conseguente malumore di lavoratori e famiglie. Tuttavia, in pochi sanno, che non è solo la la crisi ad incidere sull’importo delle bollette a fine mese, ma anche alcuni comportamenti sbagliati che, molto spesso senza saperlo, si tengono a casa. Tra il più diffuso, ad esempio, c’è un’abitudine molto comune tra le persone che fa lievitare – e non di poco – il conto a fine mese: quella di lasciar attaccata alla presa il caricabatterie del cellulare, del tablet o del pc. Risparmiare? Sì, magari ricordandosi di staccare tutte le prese e di spegnere tutte le luci quando si lascia una stanza. La bolletta sarà più leggera, quasi sicuramente.