La pazienza e l’autocontrollo sono sicuramente due doti utili. Scopriamo perché un marshmallow può farci capire di più su di loro
Avresti mai pensato che un dolcetto potesse svelare importanti lati di te stesso? Nemmeno noi. Eppure, proprio il marshmallow test ha permesso ai ricercatori di trarre delle conclusioni importanti su quanto siano cambiati i livelli di pazienza e autocontrollo di generazione in generazione. Vediamo in cosa consiste questo marshmallow test e quali sono stati i risultati.
Il test del marshmallow
I bambini di oggi sono più pazienti rispetto ai bambini di cinquant’anni fa: sanno aspettare il tempo che serve per poter ottenere una ricompensa. A dircelo è proprio il test del marshmallow.
Questo test venne condotto per la prima volta durante gli anni Sessanta, dallo psicologo Walter Mischel, che all’epoca insegnava alla Stanford University.
I partecipanti al test erano bambini che frequentavano l’asilo del campus, e lo svolgimento era molto semplice: venivano fatti entrare in una stanza in cui si trovava questo dolcetto goloso. Ovviamente, la loro prima reazione era quella di volerlo assaggiare, ma prima di essere lasciati soli, veniva detto loro: “Se non lo tocchi, quando torno potrai averne due”.
Immaginatevi la faccia interdetta del bambino, combattuto se mangiare o meno il marshmallow.
I risultati dello studio e il cambiamento nel tempo
Resistere alla gratificazione immediata, in vista di una gratificazione maggiore a distanza di tempo, implica un buon autocontrollo e la capacità di pazientare. All’epoca di questo primo test, i risultati dimostrarono che la maggior parte dei bambini mangiava il marshmallow senza attendere.
Pare che questo test abbia dato risultati diversi nel corso degli anni, e il tempo di attesa sia aumentato di generazione in generazione di 5 minuti buoni.
I bambini testati nel 2000, infatti, non solo dimostrano tempi di attesa più lunghi, ma il 60 % di loro addirittura riesce a resistere alla tentazione di mangiare subito il dolcetto, aspettando pazientemente il ritorno dell’adulto per poterne ricevere due.
Perché alcuni bambini sono più pazienti di altri?
Già a partire dagli anni Sessanta, si pensava che i bambini più bravi a resistere fossero quelli più abili ad elaborare strategie adatte alla situazione, quindi per dirla in poche parole: i bambini più intelligenti e bravi a scuola sapevano resistere meglio.
Ma ancora oggi non possiamo accettare per buona questa spiegazione senza considerare altri due fattori importanti: quello ambientale e quello culturale.
Fattore ambientale: il marshmallow potrebbe non piacere ad alcuni bambini, oppure potrebbero avere mal di pancia o avere appena mangiato, e quindi essere poco attratti all’idea di mangiarlo più che avere innate doti di autocontrollo.
Fattore culturale: lo stesso esperimento, svolto in diverse parti del mondo, ha dato percentuali differenti. A quanto pare i bambini sono abituati a poter ottenere tutto subito, soprattutto il cibo, in base alla società in cui vivono.
Inoltre, se il bambino è abituato ad essere circondato da adulti affidabili saprà, in cuor suo, di potersi fidare e che la ricompensa promessa arriverà davvero. Perciò, questo può essere un altro fattore in grado di influenzare gli esiti del test: l’esperienza pregressa con gli adulti a livello familiare.
Fattori personali che possono influenzare l’autocontrollo
Quando un bambino dispone di maggiore autocontrollo? Tendenzialmente più un bambino è in grado di pazientare e controllare i propri impulsi, più alta sarà la sua autostima e il suo adattamento allo stress in età adulta.
Riuscire a mettere a tacere l’impulso e ragionare in modo razionale rispetto a quali sono le conseguenze dell’agire o del non agire, dimostra una capacità di pensiero e di tolleranza della frustrazione piuttosto alte.
Ognuno gestisce l’attesa a suo modo
Un altro aspetto interessante che questo test del marshmallow ha messo in luce, è la differente strategia di coping messa in atto dai bambini. Infatti, ognuno di loro ha deciso di gestire lo stress dell’attesa in modo diverso: c’era chi cantava, chi contava, chi evitava di guardarlo e chi invece lo fissava. Tutte queste tecniche sono state messe in atto per resistere alla tentazione, e rendere quello stimolo il meno attraente possibile, privandolo della sua carica emotiva.
Il test ha dimostrato che l’elemento più importante della Decision Making è, quindi, la motivazione.
Infatti, con la giusta motivazione si può dimostrare autocontrollo a prescindere dall’ambiente e dal contesto sociale in cui nasciamo. Per i bambini questa motivazione era la possibilità di mangiare due marshmallow invece di uno.
La scelta dipende sempre da noi e da quanto siamo motivati a fare o non fare qualcosa: se ti fermi a pensare, puoi cambiare ciò che sei e ciò che stai per fare.
Perché la pazienza è importante?
La pazienza è importante anche da adulti. Infatti, crescendo, al posto di quel marshmallow sul tavolo ci sono cose diverse e decisamente più importanti.
Può trattarsi di oggetti, obiettivi, relazioni… insomma, i desideri più disparati. Ma molto spesso dobbiamo aspettare per poterli raggiungere, e dobbiamo imparare a convivere con il fatto che ciò che facciamo ogni giorno, ci consentirà prima o poi di raggiungere quel famoso marshmallow.
Secondo Salman Akhtar, un ricercatore del Psychoanalytic center di Philadelphia, la pazienza potrebbe essere associata a quello che sembra un vero e proprio stato zen:
“La pazienza consiste nell’accettazione della realtà interiore ed esterna, nell’assenza di risentimento, nel mantenimento della speranza e nella capacità di aspettare tempi migliori senza inquietudine e fretta”
Dobbiamo sopportare l’attesa perché fa parte del pacchetto: se vogliamo realizzare i nostri desideri, dobbiamo accettare che non lo facciano oggi o domani. E qui ci viene subito in mente la famosa frase di Gotthold Ephraim Lessing:
“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”
Perché, in qualche modo, in quell’attesa già stiamo assaporando ciò che verrà, ci stiamo affezionando all’idea, la stiamo facendo nostra. E gli sforzi fatti oggi per resistere e pazientare, non faranno altro che farci apprezzare di più il raggiungimento dei nostri obiettivi.
Per riportare il discorso sul piano dell’esperimento appena descritto, possiamo immaginare che il sapore dei due marshmallow mangiati dopo dai bambini più pazienti, sarà stato ancora più buono, perché arricchito dall’attesa e dalla soddisfazione di aver saputo aspettare.
Il test del marshmallow, quindi, non solo ha messo in luce un aumento di pazienza e autocontrollo dei bambini di oggi rispetto a quelli di ieri, ma serve anche a ricordare a noi adulti che la vita è fatta di scelte e attese e che, in fondo, ogni decisione dipende sempre da noi.