Il controverso legame tra Toto Cutugno, scomparso il 22 agosto a 80 anni, e la Russia, e di quando portò all’Ariston l’Armata Rossa
La morte di Toto Cutugno, scomparso il 22 agosto scorso a 80 anni dopo una lunga malattia, ha commosso l’Italia intera. Tutti, da i fan di sempre alle istituzioni, hanno trovato il modo di dedicare un ultimo pensiero all’italiano vero della musica italiana. Ma l’addio a Toto Cutugno non si è arrestato ai confini nazionali.
Dalla Russia alla Germania, fino a Francia e Portogallo, il cantautore, considerato vessillo della musica nostrana all’estero, ha ricevuto messaggi di cordoglio. Simbolo che la popolarità che lo aveva investito negli anni ’80, grazie alla sua partecipazione a Sanremo nel 1983, proprio con L’italiano, non lo ha mai del tutto abbandonato.
L’esibizione a Sanremo con le forze militari russe
Quando il manager di Toto Cutugno, Danilo Mancuso, ha diffuso la notizia che il cantante non era riuscito a sconfiggere la malattia che lo vessava da tempo, ovunque sono tornate a riecheggiare le note di L’italiano. Per molti, non è una semplice canzone. È un manifesto dell’italianità. Un vero e proprio inno nazionale.
Nato il 7 luglio 1943 a Fosdinovo, in provincia di Massa-Carrara, Toto Cutugno ha saputo guadagnarsi il titolo di ambasciatore della musica italiana all’estero. Oltre le quindici partecipazioni al Festival di Sanremo, è stato autore di hit famosissime a livello internazionale, tra cui Il tempo se ne va, La mia musica e Solo noi.
Nella sua carriera, votata a tutto tondo al mondo dello spettacolo, ci sono stati due punti fermi: Sanremo e L’italiano. Dopo il debutto nel 1983, proprio sul palco dell’Ariston, nonostante il quinto posto in classifica, questa canzone siglerà per sempre il successo di Cutugno, destinandolo a conquistare l’Europa intera. Infatti, quell’anno, per la prima volta, lo show musicale italiano arriva oltre la Cortina di Ferro: la serata finale, trasmessa tv di stato russa, la Central’noe Televidenie, consacra L’italiano una delle canzoni italiane più suonate in Russia e, di rimando, nell’intero Est Europa.
Non sorprende, quindi, che quando Fabio Fazio invitò nel 2013 Toto Cutugno a Sanremo per raccontare la storia del Festival, il cantante decide di tornare a cantare una versione riarrangiata del suo più grande successo, L’italiano, con un coro d’eccezione. Infatti, per la prima e unica volta nella storia della kermesse Cutugno portò sul palco dell’Ariston il coro dell’Armata Rossa, da lui voluto e pagato. Da lì, il cantautore avviò una proficua collaborazione con il coro delle forze militari russe, vittima nel 2016 di un tragico incidente. Infatti, il volo con a bordo 60 membri della banda precipitò nel Mar Nero.
Addolorato dalla notizia, Cutugno scrisse: “Con loro ho vissuto dei momenti indimenticabili sia in Russia che al Festival di Sanremo nel 2013. Eravamo diventati grandi amici e avevamo dei progetti per il futuro. Infatti, un mese fa ero stato contattato per lo stesso concerto di fine anno insieme a loro in Siria per i soldati russi dislocati lì per funzioni militari. Purtroppo e per fortuna ho rinunciato perché avevo un altro impegno. Il destino ha voluto che fossi qui a raccontarvelo. Grazie Dio”.
Toto Cutugno e i rapporti con l’est Europa
Dunque, come il suo grande amico e collega Al Bano, Toto Cutugno veniva considerato nell’Est Europa uno dei cantanti italiani più grandi di sempre. Emblema della nazione all’estero, continuava a girare il continente, riproponendo i suoi successi più grandi. E tutto il pubblico, dalla Russia al Portogallo, non smetteva di cantare insieme a lui.
Tuttavia, il suo successo in Est Europa subì una battuta d’arresto nel 2019. In quell’anno, infatti, l’opinione pubblica ucraina accusò Cutugno di essere filo-russo, etichettandolo di conseguenza come “persona non gradita sul territorio ucraino”. Ad accendere il malcontento degli ucraini sarebbe stato un video-messaggio di auguri che il cantautore italiano aveva riservato al Presidente della Russia Vladimir Putin in occasione del suo compleanno.L’artista fu profondamente colpito dalla notizia, anche perché lo costrinse quasi alla cancellazione di un concerto programmato a Kiev di fronte a un pubblico di 4000 persone nel marzo dello stesso anno.
“La cosa mi ha fatto veramente incazzare perché io con l’Ucraina ho un rapporto d’amore da tanto, tanto tempo” – dichiarò ai tempi Cutugno – “Tra l’altro cinque o sei anni fa sono stato eletto ‘Uomo dell’anno’ proprio in Ucraina, quindi questa cosa mi ha molto sorpreso. Posso aver dato fastidio a qualche ucraino perché ho portato il Coro dell’Armata Rossa a Sanremo per cantare al Festival con me. Riuscendoci tra l’altro con grandi sacrifici perché la Rai non voleva, una cosa che invece rimarrà nella storia del Festival di Sanremo”.
Dal canto suo, Toto Cutugno si era sempre dichiarato “apolitico”, senza nessuna intenzione di fare politica con la sua musica. Anzi, il cantautore ha ricordato di avere sempre promosso un messaggio di unità sovranazionale: “Nel ‘90 ho scritto una canzone intitolata Insieme 1992 che parlava dell’Europa unita. Io amo l’Europa, questo è il mio messaggio a tutti i Paesi europei, per risolvere tutti i problemi”.
Fortunatamente, la diatriba tra Cutugno e l’Ucraina si è risolta negli anni a seguire. a tal proposito, in occasione della sua morte, il noto canale Telegram ucraino Insider Ua e l’agenzia RBK Ukraina lo hanno celebrato, definendolo “leggendario”.