Tributi, scatta una proroga al 20 dicembre: non si può più sbagliare

Con lo spostamento dei termini al 20 dicembre viene concessa una nuova opportunità ai contribuenti. Vediamo di che cosa si tratta.

Con la conversione in legge del decreto numero 132 del 2023, viene concessa ai contribuenti una nuova possibilità per sanare delle situazioni pregresse. Si tratta indubbiamente di una buona opportunità che arriva in un particolare momento dell’anno fiscale con le numerose scadenze fiscali che aspettano cittadini e imprese.

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La proroga per i contribuenti annunciata dal Governo – spraynews.it

In questo modo, si conferma la volontà di sostenere i contribuenti in difficoltà, con provvedimenti che  favoriscano la soluzione delle situazioni debitorie, di mancato o ritardato pagamento del capitale dovuto. In particolare scatta fino al 20 dicembre una proroga per una categoria particolare di contribuenti che non sono riusciti a saldare quanto dovuto nei limiti fissati. Ma vediamo di che cosa si tratta.

Proroga del 20 dicembre, chi può utilizzarla

Con la proroga fissata mediante la conversione in legge del decreto 132/2023, viene concessa la cosiddetta rimessione in termini per quanti non hanno versato le somme dovute entro la data del 2 ottobre 2023. La scadenza fa riferimento alla prima o unica rata da versare per quanti hanno aderito al ravvedimento speciale.

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Spostata la scadenza con la rimessione in termini – spraynews.it

La normativa approvata permette a quanti non hanno saldato la rata del 2 ottobre di regolarizzare gli importi omessi per il ravvedimento speciale. Ma con una clausola da ricordare: l’obbligo di pagare tutte le cifre dovute in un’unica soluzione entro la scadenza del 20 dicembre. Si tratta quindi di una sorta di seconda possibilità per quanti hanno saltato la scadenza del 2 ottobre scorso.

Il ravvedimento speciale delle violazioni di tipo tributario è relativo alla dichiarazioni dei redditi presentate regolarmente nel 2021 e negli anni precedenti. La misura permette di versare i mancati pagamenti fruendo della riduzione della sanzione a 1/18 del minimo irrogabile. Il mancato pagamento delle singole rate comporta la perdita del beneficio e l’immediata immissione a ruolo del debito.

Con la proroga scatta invece la rimessione in termini, versando tuttavia la somma in un’unica soluzione, come detto. Il ravvedimento speciale prevede il pagamento di 8 rate con importo simile con scadenze al 2 ottobre, al 30 novembre, al 31 marzo, al 30 giugno, al 30 settembre e al 30 dicembre del 2024. Si configura una seconda possibilità pur se con le limitazioni indicate.

Queste le disposizioni della legge di conversione, secondo cui chi non ha versato quanto dovuto nel termine del 2 ottobre, potrà regolarizzarsi “fermo restando il rispetto delle altre condizioni e modalità ivi previste, se versano le somme dovute in un’unica soluzione entro il 20 dicembre 2023 e rimuovono le irregolarità od omissioni entro la medesima data”.

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