Una morte senza senso: ciao talento, è morto il campione del mondo

Un lutto grave ha colpito il mondo dello sport: uno dei grandi talenti degli ultimi anni, campione del mondo, è morto a soli 29 anni.

Era stato campione del mondo della sua specialità di atletica leggera, uno dei talenti più bravi e forse incompiuti degli ultimi anni, ma è rapidamente finito nel dimenticatoio, fino al tragico epilogo di una vita spezzata a soli 29 anni, a causa – secondo quanto riportato dai media – di alcune complicazioni mediche. Una parabola discendente che ha sconvolto il mondo dello sport internazionale.

Il campione era nato in New Mexico ma aveva la doppia cittadinanza, canadese e americana, per cui aveva deciso di gareggiare per il Canada: il suo nome a molti dirà poco, ma è stato davvero un grande talento. Stiamo parlando di Shawn Barber, che il prossimo maggio avrebbe compiuto 30 anni. Invece, se ne è andato in silenzio, in maniera anche improvvisa. La notizia è riportata dai media sportivi internazionali.

Addio Shawn Barber: morto il campione fragile

shawn barber
La morte di Shawn Barber (Spraynews.it)

La causa della morte di Barber non è ancora nota, ma Paul Doyle, l’agente dell’ex sportivo che aveva prematuramente lasciato il mondo dello sport nel 2020, ha detto all’Associated Press che il suo cliente aveva problemi di salute. Shawn Barber, campione del mondo di salto con l’asta a Pechino 2015, aveva un personale di 6.00 metri fatto a Reno nel  2016.

Era dunque un predestinato, che appunto a 21 anni era risultato campione del mondo della sua specialità di atletica e un anno dopo riusciva a saltare sei metri. Ma il suo agente ricorda anche: “Più che un semplice atleta incredibile, Shawn era una persona di buon cuore che metteva sempre gli altri davanti a se stesso”. Perdere una persona così, nel cuore degli anni e della sua gioventù, è qualcosa che fa male a tutti.

Fa male ai suoi familiari, ma fa male anche al mondo dello sport, che forse non è riuscito a prendersi abbastanza cura di questo campione fragile, ritiratosi da tutte le competizioni a 26 anni, per quelli che ai tempi furono definiti motivi psicologici. Decimo alle Olimpiadi di Rio, da quel momento era iniziata una fase calante che lo aveva poi portato appunto al ritiro prematuro: la notizia della sua morte è un colpo al cuore.

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