A caval donato non si guarda in bocca, recita un vecchio proverbio. Ma qualcuno di molto importante non la pensa affatto così, e ha respinto al mittente un’offerta davvero molto generosa.
Non capita tutti i giorni di vedersi offrire in dono un assegno da un milione e mezzo di euro. E, soprattutto, non capita tutti i giorni che qualcuno rifiuti una proposta del genere. Avete letto bene. È quanto accaduto di recente qui in Italia, e precisamente nella Capitale. Protagonisti il noto ospedale pediatrico Bambino Gesù e una delle più importanti aziende del Belpaese, che ha dovuto ingoiare un amarissimo e inaspettato “no grazie” come risposta al suo gesto di beneficenza. Ecco perché.
Il famoso ospedale romano ha rifiutato nelle scorse settimane una donazione in beneficenza da parte di un colosso dell’industria tricolore come Leonardo (l’ex Finmeccanica). E non si trattava di pochi spiccioli, ma di un assegno da un milione e mezzo di euro, da destinare – nelle intenzioni dell’azienda – all’acquisto di macchinari per la cura di bambini affetti da malattie rare. La domanda sorge spontanea: perché?
Le ragioni del rifiuto di una donazione da record
La notizia ha naturalmente attirato molta attenzione. L’ospedale capitolino – su evidente ispirazione dal Vaticano che ne è proprietario, e dunque di Papa Francesco – ha risposto con un inaspettato “no” all’offerta di Leonardo, azienda specializzata nella realizzazione di sistemi di difesa, aerospaziale e sicurezza, partecipata tra l’altro dal ministero dell’Economia e delle Finanze al 30%. A quanto risulta, l’entourage del presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, aveva pianificato la donazione per consentire al Bambino Gesù di acquistare una Pec Tac. Ma gli attuali vertici della struttura sanitaria hanno preferito declinare. Lasciando tutti a bocca aperta.
L’ospedale avrebbe rifiutato la donazione di Leonardo per evitare di mettere in imbarazzo la Santa Sede proprio in questo momento, con il mondo afflitto da guerre sanguinose che il Pontefice denuncia ogni giorno. Ma la replica dell’azienda non si è fatta attendere: “In tutti i teatri di guerra in corso, a partire dall’Ucraina e dal Medio Oriente, non c’è nessun sistema offensivo di nostra produzione. Noi lavoriamo per la sicurezza con sistemi all’avanguardia, droni per la vigilanza, ma niente armi. Volevamo solo raccogliere gli appelli del Papa per aiutare i più bisognosi, i bambini malati, i poveri. Non capiamo questo rifiuto”.
E a quanto pare non l’hanno capito neppure diversi medici che lavorano al Bambin Gesù e ai quali un nuovo macchinario all’avanguardia avrebbe fatto parecchio comodo. Intanto, il milione e mezzo di euro in questione, è finito a un altro ospedale, il Gaslini di Genova, che non si è fatto ripetere la proposta due volte…